Bozza di Proposta

BOZZA DI PROPOSTA PER UN DOCUMENTO UNITARIO NEL DIBATTITO APERTO DALLA MINISTRA CARTABIA SUL RILANCIO DELL’ACCESSO ALLA GIUSTIZIA ALTERNATIVA E INTEGRATIVA, MODELLO ADR, CONCILIAZIONI, MEDIAZIONI E ARBITRATI

Pietro Praderi Consigliere del Cncu

 

Il consumerismo italiano con un approccio partecipato nell’ultimo decennio del secolo scorso (allora eravamo 12 associazioni nazionali)  ha considerato prioritario il tema dell’accesso alla giustizia nella gestione della rappresentanza dei cittadini consumatori in Italia .
Tale accesso dall’inizio faceva riferimento a due percorsi: quello della giustizia ordinaria, quello della giustizia alternativa e integrativa che costituiva un percorso “altro” rispetto agli elementi costitutivi che conducono al “processo”, inteso come evocazione di tribunali, le cause, le sentenze.
“ Altro” costituito da accordi quadro, protocolli, regolamenti, procedure , negoziazioni il cui esito puntava su opportunità che non sfociassero nella rottura dei rapporti come esito del processo , ma per conservarli con la composizione pacifica delle controversie insorgenti.
Si è trattato di un percorso fortemente innovativo con il contributo convergente delle AA.CC e da imprese moderne, con la creazione di un modello adr nuovo , che portava al superamento del soggetto terzo come necessario, nella mediazione e conciliazione , e definiva il rapporto paritario: associazioni dei consumatori e impresa. L’interesse e la fecondità per questo percorso è stato colto tempestivamente a livello istituzionale vedi Relazione anno giudiziario 2009 del procuratore generale Antonio La Torre che anticipava lo stesso giudizio positivo, ora ripreso dalla Ministra Cartabbia: gli strumenti di accesso alla giustizia: mediazione, conciliazione e arbitrato sono in grado di produrre effetti positivi di soluzione e di deflazione rispetto all’accumulo dei ritardi nel sistema giudiziario italiano.
La stessa attenzione alla iniziativa consumerista italiana è stata dimostrata dalla Europa: i progetti pilota a sostegno della conciliazione e dell’arbitrato, il sostegno costante e innovativo per l’affermazione della conciliazione con il Modello ADR paritetico (raccomandazioni 1998/257/Ce, 2001/310/Ce, Direttiva 2013/11/Ue; Dlgs 130 2015.
Il CNCU ha sviluppato la sua azione positiva, anche con il contributo di Consumers’ Forum, nel percorso con il Ministero della Giustizia in sintonia con il Mise, in particolare con i Decreti 222 e 223 del 2004 e misure successive, però mentre la conciliazione paritetica si è affermata, i percorsi di mediazione a partire da quella professionale si sono di fatto arenati.
Prima di entrare nel merito della proposta della Ministra Cartabbia vale la pena di riflettere fra di noi associazioni dei consumatori.
Noi siamo chiamati ad essere coprotagonisti del fondamentale ruolo della cultura giuridica complessivamente intesa in un’ottica di decentramento che l’evoluzione dell’ordinamento può assicurare in direzione dei bisogni di giustizia e dei diritti delle persone.
Ora questo lavoro di riforma può essere è affidata in gran parte proprio alla mediazione degli interessi  ed alla buona volontà degli operatori.
Mantenere ben salda questa consapevolezza è un presupposto decisivo affinché possano esplicarsi compiutamente i compiti istituzionali e la funzione “sociale” della conciliazione  e mediazione. In una prospettiva che tende a guardare oltre l’orizzonte dei diritti allargando la sfera a quello degli interessi, ed in contesti in cui il contraddittorio non è tanto strumento preordinato alla garanzia delle pretese dedotte nel giudizio, quanto piuttosto tramite di dialogo e di riavvicinamento delle parti.
Non è impensabile che i nuovi strumenti possano assolvere a quella funzione di mantenimento di pace sociale che costituisce l’aspirazione primaria delle ADR in ambito europeo.
La negoziazione e la mediazione possono oggi più che mai offrire l’opportunità di una soluzione tempestiva e conveniente per entrambe le parti della lite.
L’emergenza Covid ci ha posto di fronte alle persone e alle famiglie in condizioni di vulnerabilità a motivo di una molteplicità di contratti posti in condizioni di eccessiva onerosità sopravvenuta o per il sopravvenire di una causa di risoluzione, le controversie di qualsiasi tipo e natura da cui dipendeva la prestazione di una somma di denaro, i rapporti in crisi di natura societaria e commerciale in genere la cui soluzione sarebbe stata decisiva per la riorganizzazione dell’impresa, le relazioni critiche fra la banca e i suoi clienti che richiedono una cura particolare delle possibili condizioni di risanamento, le pretese verso la pubblica amministrazione da parte di cittadini e imprese in attesa di risposta, sono il terreno sul quale operare a tutto campo la rinegoziazione, l’informazione, il consiglio, l’assistenza, l’accompagno, l’aiuto dei mediatori e conciliatori. Abbiamo di fronte l’esigenza di interventi delicati e congrui per costruire risposte di giustizia co-esistenziali nel nostro paese di fronte alla crisi. 

  1. LA MEDIAZIONE CHE SI DISTINGUE PER EFFETTO DEI DUE SPARTIACQUE NEL CAMPO DELL’ACCESSO ALLA GIUSTIZIA ALTERNATIVA, INTEGRATIVA E COESISTENZIALE

Da una parte gli interventi profit, dall’altra gli interventi no, profit . dal 24 luglio 2004 (per effetto dei due decreti citati) si è offerta la possibilità di optare subito per l’interpretazione del ruolo di mediatore allargato alle categorie professionali e non solo per gli iscritti all’ordine forense.
Le associazioni dei consumatori possono optare per una linea preferenziale, credere nelle potenzialità della mediazione nel percorso di accesso alla giustizia co-esistenziale no profit Pertanto per collocare il percorso di accesso alla giustizia nel Terzo Settore.
Per tale ragione riprendere l’iniziativa di formazione dei mediatori con diretto riferimento al alla costruzione della rete degli sportelli delle associazioni dei consumatori.

Possono diventare mediatori cittadini in possesso:

  • di un titolo di studio non inferiore al diploma di laurea universitaria triennale ovvero, in alternativa, iscrizione a un ordine o collegio professionale; l’attenzione di associazioni dei consumatori può essere rivolta ai partecipanti ai corsi di formazione di iscritti agli ordini o collegi professionali . Gli Ordini sono 26 . . Ora associazioni consumatori possono mettersi in comunicazione con loro per intercettare sopra tutto persone, magari appartenenti a quadri intermedi che hanno tempo, motivazioni e passione per aggiungere alla loro professione un impegno di terzo settore , no profit che rende agevole il loro impiego nella organizzazione consumerista impegnata , come proporre l’U.E, con il ricorso ad interventi di mediazione rapidi, efficaci, gratuiti o poco onerosi.
  • di una formazione adeguata e rapportata all’impiego del mediatore civile e professionale come terza figura portante dello sportello delle associaioni .l’ampiezza della formazione: 50 ore ed è notevole, si può orientare la formazione e l’aggiornamento dei corsi di formazione in risposta alla domanda consumerista e alle tematiche del Codice del Consumo.

Il Consumerismo italiano dal suo inizio si è posto il problema del cambiamento culturale. Nel succedersi del primo decennio del vecchio secolo e del nuovo ha contribuito con successo a far prevalere la conciliazione e la conciliazione senza il ricorso al soggetto terzo, la mediazione sull’arbitrato, la prova è nel fatto del cambiamento intervenuto nel regolamento guida dell’accordo AA. CC e Telelecom sottoscritto nel marzo 2004 nel quale veniva abbandonata la procedura di arbitrato coesistente con quella della conciliazione paritetica a vantaggio di questa. Ora la Ministra Cartabbia per la giustizia civile propone un ricorso più massiccio agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie, la mediazione, la negoziazione, la conciliazione che, come dimostra l’esempio di altri Paesi, “producono effetti virtuosi di alleggerimento dell’amministrazione della giustizia”.
Esattamente quello che il Consumerismo italiano interpretato dal CNCU, con l’appoggio del Ministero dello Sviluppo Economico, pensava e sosteneva .
Il cambiamento culturale deve basarsi sulla convinzione che la risoluzione dei conflitti deve essere affrontata in sequenza: prima si tenta di trovare un accordo negoziato sulla base degli interessi delle parti, con o senza la facilitazione di  un esperto nella gestione del conflitto. Solo al fallimento della conciliazione e  mediazione, si imbocca la strada della soluzione basata sul diritto deciso da un giudice o un arbitro”.
Il Consumerismo italiano è in grado di andare oltre, come da sempre sosteniamo , costruendo e gestendo percorsi “altri” rispetto a quelli che conducono al processo ed è sopra tutto il percorso della negoziazione fra AA.CC e imprese. Si tratta di obiettivi di giustizia coesistenziale “alternativi e integrativi” ai percorsi riconducibili al “processo”.
Il consumerismo italiano forte del codice del consumo è in grado di fornire suggerimenti migliorativi, traendo spunto anche da ciò che l’esperienza concreta è venuta evidenziando.

GLI INCENTIVI DI NATURA ECONOMICA E FISCALE .

La strada degli incentivi di natura economica e fiscale costituisce un tassello importante delle misure rivolte all’incremento, anche qualitativo, delle conciliazioni e delle mediazioni 1)

PROPOSTA DI COLLABORAZIONE AL GOVERNO, AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA PER OPERARE DI CONCERTO CON IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECOMICO.

Il consumerismo italiano è pronto a confrontarsi, dialogare, costruire collaborazioni possibili con il governo nel suo disegno di  “rendere più immediata e sicura la risposta di giustizia nei tribunali e, aspetto tutt’altro che secondario, stimolare una cultura della ricomposizione consensuale dei conflitti, contrastando gli eccessi di litigiosità. E per questo valorizzare con importanti incentivi fiscali gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie”. 
Il tutto condividendo il pensiero della Ministra Cartabbia che  “Il ruolo fondamentale della giustizia civile è quello di tutelare i bisogni quotidiani dei cittadini oltre che quelli degli operatori economici”.
Le Associazioni Nazionali dei consumatori del CNCU , come sono  stati capaci di fare in passato, sono Iin grado di elaborare e condividere proposte di ampio respiro etico, culturale, sociale e politico, libere da condizionamenti corporativi e capaci di sostenere progetti ed obietti di autentica riforma della giustizia . e sono in grado, come in passato di  costruire e realizzare proposte di una strategia unitaria e come in passato valorizzando il ruolo del CNCU e la sua collaborazione con il Mise.  

  • Sono condivisibili le seguenti proposte:

    a) attivazione del credito d’imposta di cui all’art. 20 d.lgs. n. 28/2010 e succ. mod. rimasto lettera morta a distanza di dieci anni dall’approvazione della legge. L’intervento è attuabile sin da ora, senza necessità di modifiche normative, semplicemente dando vita al decreto ministeriale che in base all’art. 20 dovrebbe essere emanato entro il 30 aprile di ciascun anno;

    b) previsione di un credito d’imposta sul pagamento delle spese di assistenza legale in procedure di negoziazione assistita e di mediazione;

    c) incremento della fascia di esenzione dall’imposta di registro per gli accordi di conciliazione dall’importo attuale di euro 50.000 fino all’importo di euro 100.000;

    d) previsione del patrocinio a spese dello stato con riferimento all’assistenza legale in procedure di negoziazione assistita e mediazione