Riconoscimenti

PROGETTO WELFARE FAMIGLIA, SERVIZI SOCIALI E PARTECIPAZIONE CIVICA

FAMIGLIA. SOGGETTO ATTIVO DI WELFARE :  COINVOLGERE E IMPEGNARE LE FAMIGLIE, ORIENTARE E    ACCOMPAGNARE QUELLE  IN DIFFICOLTA, CON ANZIANI, NON AUTOSUFFICIENTI: facilitare l’assistenza, migliorare
la qualità della vita

Formare operatori del welfare, attivare e gestire sul territorio supporto per individuare percorsi di assistenza globale alla famiglia e ai non autosufficienti e di affiancamento dei familiari/care giver

Indice

  1. Le ragioni di un progetto: il deficit informativo da colmare per le famiglie, quelle in condiioni di fragilità gli anziani non autosufficienti e familiari 1

 

  1. Obiettivi e attività da realizzare 3

 

  1. Durata delle attività 5

 

 

1.         Le ragioni di un progetto: il deficit informativo da colmare per le famiglie in particolare quelle vulnerabili, anziani non autosufficienti.

Esiste in Italia un forte ritardo culturale, sociale e politico nel considerare la famiglia come soggetto sociale in grado di svolgere come tale un ruolo determinante nella società e di costruire valore aggiunto.

Le politiche e le scelte di welfare sono pensate e realizzate in chiave individuale. Il cittadino viene considerato come soggetto senza famiglia «L’Italia è l’unico paese europeo che non ha una legge quadro sulle politiche familiari.  Da qui la mancanza di un contesto regolatorio sulle politiche per la famiglia. Qualsiasi provvedimento che il governo dovesse varare a favore non solo dei bambini, ma anche di disabili, anziani o mamme lavoratrici oggi rischia di andare incontro a un fallimento certo: le competenze per l’attuazione delle norme sarebbero da suddividere tra tre o quattro ministeri, senza contare gli enti locali, i contorni per l’applicazione non sarebbero chiari e i fondi si perderebbero in mille rivoli, alimentando sprechi, inefficienze e a volte perfino corruzione.

Il progetto deve partire da qui per una proposta e una presenza che porti a considerare la persona come componente la famiglia con l’intreccio di relazioni , esigenze, opportunità, condizionamenti e aiuti di gratuità reciprocante  che la famiglia comporta e offre. 
Un Movimento educativo e Sociale come la Lega Consumatori che sceglie la famiglia quale soggetto sociale su cui puntare con la sua proposta e azione  sul tema servizi pubblici e partecipazione civica si trova oggi subito di fronte a problematiche quali:

  1. Il comparto del lavoro dove incide la mancanza o la scarsità di esso, dove sovente incide il rapporto disoccupazione povertà, dove la mancanza di armonizzazione induce o costringe l’uomo o la donna a lavorare come se non avessero famiglia, vedi ad es. il lavoro festivo.
  2. Il comparto del fisco dove sono diversi i nodi da sciogliere per superare oggettive sperequazioni rispetto a chi la famiglia non ha e per affermare il cosiddetto fattore famiglia.
  3. Il comparto dell’abitare con il tema della casa (mutui, affitti) delle bollette ( acqua, gas, luce, rifiuti) , dei servizi pubblici locali . trasporti, scuole, mense, strutture sportive e ricreative
  4. Il comparto socio-sanitario con particolare riferimento al tema degli anziani. Cresce il numero di anziani nei territori italiani, in maggioranza con salute migliore delle precedenti generazioni e tuttavia la relazione diretta tra età e insorgenza di patologie croniche e degenerative determina un incremento consistente di persone non autosufficienti.

Rispetto ai 4 comparti l’associazione dispone di propri spazi, proposte e strumenti di intervento dotati di un carattere peculiare  nel senso che non sono ripetitivi di altre proposte e interventi .

In tema di armonizzazione del lavoro la Lega Consumatori è chiamata a continuare e implementare la campagna di liberazione dal lavoro domenicale per creare le condizioni di buona vita innanzitutto familiare.

In tema di difesa del potere d’acquisto la Lega Consumatori forma il cittadino consumatore critico e etico, promuove i gruppi di acquisto familiare e solidale e organizza la distribuzione delle eccedenze alimentari.

In tema di fisco la Lega Consumatori è chiamata a unirsi e a condurre l’azione di proposta culturale e politica finalizzata alla adozione a livello nazionale di una legge quadro di politiche familiari così come a tutti i livelli l’adozione di interventi a sostegno concreto ed efficace della famiglia.

Sul tema dell’abitare la Lega Consumatori esprime il meglio di quello che abbiamo definito ruolo peculiare anche perché qui opera direttamente sia il riconoscimento istituzionale di rappresentanza sia il ruolo negoziale con le imprese.

In tema socio sanitario gioca la domanda degli utenti e al tempo stesso il ruolo assegnato alle associazioni dei consumatori dalla legge finanziaria 2008 (art. 2 comma 461)

COLMARE IL GAP INFORMATIVO

Rispetto ai 4 comparti nei quali, come abbiamo richiamato, si esprime la proposta e la presenza della Lega Consumatori, un aspetto fondamentale che emerge, troppo spesso sottovalutato, è il deficit informativo. C’è una diversificazione interna ai singoli comparti di welfare che moltiplica soggetti responsabili, tipologie di uffici, operatori, modalità di accesso e di rapporto.

Il Progetto deve approfondire, conoscere e far conoscere tale diversificazione con riferimento il più possibile organico ai quattro comparti indicati così da poter costruire intorno ai bisogni delle persone e delle famiglie le risposte di cui hanno bisogno.

Tale impegno, lo ribadiamo riguarda il tema della armonizzazione del lavoro, il comparto del fisco, il comparto dell’abitare ma si va più urgente nel comparto socio-sanitario quando l’operazione di costruire intorno ai bisogni del non autosufficiente la costellazione di soggetti, servizi e prestazioni di cui hanno bisogno ricade interamente sui familiari

 Il carico assistenziale quotidiano, minuto, ricade in grandissima parte sui familiari che svolgono sia funzioni dirette di caring sia funzioni di supporto finanziario, dagli stipendi delle badanti alla spesa per i tanti servizi necessari.

Il progetto qui proposto domanda un lavoro titanico e certosino di recupero informazioni, individuazione degli organismi, uffici, persone di riferimento e poi di concreto accesso, rapporto, attuazione delle procedure ecc.

Il gap informativo ovviamente moltiplica le difficoltà costringe spesso le persone a investire massicce dosi di tempo, energie e anche soldi a puro scopo di individuazione, magari tramite più tentativi falliti, dei referenti giusti, adeguati, in grado di dare risposte ad un dato bisogno.

Il gap informativo che coinvolge tutti i quattro comparti in quello socio-sanitario è ovviamente massimo nelle fasi immediatamente successive ad una diagnosi di malattia cronica o al suo concreto conclamarsi. La demenza senile, l’Alzheimer, il Parkinson o anche la rottura di un femore o un altro evento clinico o di semplice infortunio nel quotidiano aprono baratri ai pazienti e ai familiari, spesso impreparati a fronteggiare la situazione.

Quindi, c’è un bisogno diffuso di supporto, informazione nelle prime fasi di insorgenza di una patologia, ma tale esigenza permane per tutto il percorso di vita della persona affetta da patologia cronica, soprattutto quando è nella fase longeva, perché man mano che si riduce l’autonomia si moltiplicano i bisogni, che vanno molto oltre la dimensione sanitaria e sociosanitaria, per investire ambiti di vita quotidiana, dalla gestione delle bollette alla, perché no, dimensione ludica, dell’intrattenimento (di cui poco o per niente si parla).

Occorre quindi trovare risposte adeguate intanto al bisogno di informazione e supporto alle famiglie, sopra tutto quelle  in condizioni di vulnerabilità  o con anziani  non autosufficienti; e questo bisogno è ovviamente presente con intensità e modalità diverse nelle varie regioni e tuttavia resta significativo anche nelle regioni, come la Lombardia, che hanno modelli di offerta più efficaci che altrove.

2.         Obiettivi e attività da realizzare

L’obiettivo è formare operatori in grado di garantire direttamente ai cittadini in front-office per più canali informazioni sui soggetti, organismi, uffici, enti a cui rivolgersi per avere risposte per bisogni delle famiglie nel quattro comparti indicati con particolare attenzione alle famiglie nelle quali sono emergenti  i bisogni sanitari, sociosanitari, assistenziali, previdenziali e di altro tipo di persone anziane non autosufficienti. Si propone di preparare un gruppo di volontari ad accogliere, ascoltare, e quindi aiutare a trovare i referenti adeguati nella ricerca di soluzioni per famiglie in difficoltà di fronte alla complessità della matrice di offerta di servizi e prestazioni di welfare.

Il modello operativo più efficace è quello di uno o più sportelli territoriali che siano prototipo di un modello di erogazione di informazioni e supporto finalizzato alla tematica del welfare in rapporto alle famiglie e in particolare a quelle in condizioni di vulnerabilità  o con anziani non autosufficienti.

I volontari quindi saranno:

  1. preparati a trattare le tematiche relative ai comparti:
  • lavoro e sua armonizzazione
  • fisco
  • dell’abitare
  • socio-sanitario

–    preparati a capire il tema della non autosufficienza, l’articolazione di bisogni che genera, il tipo di risposte assistenziali e di altro tipo che di solito sono necessarie;

–    saranno sensibilizzati all’obiettivo di mettere al centro del processo la persona e i relativi familiari, aiutando questi a costruire una matrice di servizi, prestazioni di cui hanno bisogno e i referenti ai quali rivolgersi.

E’ un compito complesso che oggi risponderebbe ad un bisogno diffuso; se in fase iniziale si deve puntare sulla erogazione di informazioni che sicuramente aiuterebbero i familiari ad gettare un cono di luce sull’opacità dell’offerta, in seguito è auspicabile uno sviluppo progettuale che renda gli operatori del welfare anche soggetti in grado di facilitare il rapporto diretto tra uffici, servizi, prestazioni e cittadini; dei facilitatori che intermediando il rapporto tra cittadini e servizi pubblici, privati, del non profit, accelerano i processi di cura e di care, migliorano la qualità della vita dei cittadini e facilitano il lavoro dei servizi.

In estrema sintesi il progetto prevede le seguenti azioni:

–    individuazione del gruppo di volontari da formare;

–    costruzione del materiale per i percorsi di formazione;

–    definizione del modello organizzativo e operativo degli sportelli informativi territoriali;

–    realizzazione dei percorsi formativi;

–    attivazione degli sportelli sperimentali, concreta gestione per un periodo di verifica;

–    analisi dell’attività degli sportelli, dall’attività degli operatori all’impatto sulle famiglie e sulle persone non autosufficienti e familiari coinvolti e sugli uffici verso i quali le persone sono state smistate;

–    definizione del modello organizzativo e operativo degli sportelli informativi territoriali;

–    definizione del modello organizzativo e operativo degli sportelli informativi territoriali;

–    valutazione globale dell’attività degli sportelli, proposta per uno sviluppo progettuale, sia emendando le criticità, sia valorizzando i punti di forza.

–    definizione di uno step successivo, per operatori di welfare che oltre a informare accompagnano direttamente le persone nel rapporto con gli uffici dei servizi.

3.         Durata delle attività

Il progetto dovrebbe avere la durata di dodici mesi con:

–    Quattro mesi per le attività propedeutiche, dalla definizione dei modelli organizzativi e dei materiali formativi, alla individuazione e concreta formazione dei volontari;

–    Sei mesi per la concreta attività sui territori degli sportelli;

–    Due mesi per l’attività di valutazione e di elaborazione della nuova progettualità per migliorare e sviluppare il servizio.